La dedica
di uno
schiavo
Rinvenuta a Feltre nel 1922 durante i lavori per la canonica del Duomo assieme all’ara di Anna Perenna, questa stele, dedicata a Maximia Victoria, è purtroppo mutila di tutta la sua parte inferiore. L’epigrafe, in calcare di provenienza locale decorato con l’incisione di tralci di vite, si caratterizza chiaramente come funeraria per la consacrazione – ovvero la presenza di una dedica – agli Dei Mani, che era la divinità degli inferi. Il dedicante risulta essere tale Arpagius, un personaggio di chiara origine grecanica. Ciò potrebbe far pensare al fatto che si trattasse di uno schiavo, forse legato alla stessa Maximia Victoria, per la quale il monumento funebre fu eretto. Arpagius non doveva però essere l’unico dedicante, poiché nell’ultima riga del testo, appena sopra la frattura dell’iscrizione, si riescono a distinguere la parola “Et” (e) e l’iniziale (I) di un altro nominativo.
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