La stele romana di Lucio Oclatio Florentino

 

Il pretoriano sepolto due volte.
I due monumenti funebri di Feltre e Roma

La stele
romana di
Lucio
Oclatio
Florentino

 

Il pretoriano sepolto due volte.
I due monumenti funebri di Feltre e Roma

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Nel giugno 1564 Feltre fu colpita da una drammatica alluvione che distrusse i ponti della città. Dalla frammentazione dei materiali di reimpiego utilizzati per la loro costruzione in epoca medievale emersero ben cinque epigrafi di epoca romana. Fra queste, presso il ponte delle Tezze riaffiorò una stele funeraria dedicata a diversi personaggi, tutti connotati dallo stesso gentilizio: Oclatius.

Dall’iscrizione sono ricavabili delle notizie fondamentali. Il dedicante Lucius Oclatius Rocianus commissionò il manufatto in memoria del padre Lucius Oclatius Tertius e del fratello Lucius Oclatius Florentinus. Si trattava di personaggi appartenenti alla tribù Menenia e di primo piano nella Feltria romana: Rocianus fu un quattuorviro, che era il principale incarico amministrativo previsto per il Municipium, mentre il fratello era stato un pretoriano. Apparteneva quindi al corpo destinato alla difesa dell’imperatore, il più prestigioso e remunerativo dell’esercito romano. A tal riguardo, sull’iscrizione i riferimenti riguardanti Florentinus sono precisi: militò nella prima coorte pretoria e morì a 23 anni. Il reperto, già di per sé significativo, assume un’ancor maggiore rilevanza poiché esiste un’altra stele funeraria, oggi qui esposta e proveniente dal Museo Nazionale Romano presso le Terme di Diocleziano e decorata sulla parte superiore da un’aquila in procinto di spiccare il volo in bassorilievo. I dedicanti, i fratelli Statutus e Tertius, ricordano nuovamente Lucius Oclatius Florentinus come pretoriano della prima coorte pretoria, morto nel ventiquattresimo anno di età, figlio di Lucio, appartenente alla tribù Menenia e, soprattutto, originario di Feltria.

Il reperto, su cui campeggia la scritta “FELTR”, è stato rinvenuto nel 1911 a Roma. Qui, oltre il Ponte Milvio, dove dal II secolo a.C. cominciava la via Cassia, era presente un ampio sepolcreto.
Un caso di doppia sepoltura nel mondo romano non è certo un fatto unico, ma è sicuramente molto raro. Questa singolare circostanza ci consente da un lato di leggere un preciso profilo biografico di un pretoriano di origine feltrina, dall’altro ci permette di ricostruire il più ampio albero genealogico di una famiglia feltrina in età romana.

Emergono ben sei Oclatii distribuiti su tre generazioni che, come detto, costituiscono il più ampio nucleo familiare feltrino d’età romana ad oggi ricostruibile. Di più, proprio la doppia sepoltura di Lucius Oclatius Florentinus fa presagire che gli Oclatii, pur di origine feltrina, vivessero in gran parte a Roma. Tre di quattro fratelli infatti (Secundus, Tertius e, appunto, Florentinus) risiedevano evidentemente nella capitale dell’impero, mentre soltanto uno, Rocianus, viveva stabilmente a Feltre dove rivestì le principali cariche locali.
Il nostro pretoriano, essendo un soldato della centuria guidata da Verus, visse entro la metà del I sec. a.C. e, considerata l’età della morte, è probabile fosse stato arruolato a 18 anni. Ciò fa presupporre che la spinta a tanto prestigio derivasse dal ruolo di spicco della sua famiglia di origine a Feltria.

Ecco dunque perché questi due monumenti funebri non solo permettono di ricostruire il più ampio nucleo familiare feltrino dell’antichità, ma sono dei documenti di straordinaria importanza per la storia di Feltria.