Ara votiva di Anna Perenna

 

Una divinità rara, quasi unica, e un curioso legame con la magia nera.

Ara
votiva di
Anna Perenna

 

Una divinità rara, quasi unica, e un curioso legame con la magia nera.

Il reperto fu rinvenuto nel 1022 in piazza Duomo durante lo scavo per le fondazioni della canonica. Si tratta di un’ara votiva in pietra del Cansiglio, risalente al I sec. d.C. e dedicata alla dea Anna Perenna. Una divinità piuttosto rara, non certo tra le più note del pantheon romano, alla quale era associato un culto molto antico che, come si evince dal suo stesso nome, era legato al principio e alla fine dell’anno. Infatti, riprendendo Macrobio, per annare si intendeva l’entrare del nuovo anno, mentre perennare significava condurre a buon fine quello uscente.

A Roma esisteva un bosco sacro dedicato alla dea è ciò ha indotto
alcuni studiosi a ipotizzare che la testimonianza di un così
particolare culto a Feltria possa essere relazionata alla sfera boschiva del territorio o addirittura, vista
l’affinità tra Reti ed Etruschi, alla presunta origine etruscoide della divinità stessa. Purtroppo sono considerazioni che, ad oggi, non possono trovare un riscontro definitivo. Tuttavia è importante comprendere quanto l’iscrizione feltrina di Anna Perenna sia davvero un unicum. È infatti il solo riferimento epigrafico certo esistente al di fuori di Roma dove, nel 1999, è anche stata scoperta una fonte dedicata alla divinità. In quello stesso sito archeologico sono state rinvenute delle tabellae defixiones, ovvero delle piccole laminette di piombo in cui erano iscritte delle maledizioni, che oggi sono conservate al Museo Nazionale romano. Dunque sembra vi fossero non pochi legami fra il culto per Anna Perenna e alcune pratiche di magia nera.

Dallo studio dei dati presenti nelle due iscrizioni si è compreso che il nostro pretoriano, essendo un soldato della centuria guidata da Verus, visse entro la metà del I sec. a.C. e, considerata l’età della morte, è probabile fosse stato arruolato all’età di 18 anni. Ciò fa presupporre che la spinta a tale ruolo di prestigio derivasse dal ruolo di spicco della sua famiglia di origine a Feltria. Una famiglia i cui rampolli, a eccetto di Rocianus rimasto comunque a ricoprire un incarico di primo piano nel Municipium, verosimilmente intrapresero le proprie carriere nella metropoli romana.

Ecco dunque perché la stele qui conservata non solo permette di ricostruire il più ampio nucleo familiare feltrino dell’antichità, ma costituisce un documento di straordinaria importanza e prestigio per la storia di Feltria.

ZOOM TESTO

Al padre lucius octlavius tetius figlio di lucio, della tribù menenia

Al fratello lucius octlavius florentinus figlio di Lucius, della tribù menenia

Lucius Oclatius Rocianus, figlio di Lucius, della tribù menenia, quattuorviro, prefetto iure dicendo, addetto all'arcario, fece da vivo